Cos’è il Life Cycle Assessment.
L’ LCA è una metodologia analitica e sistematica che valuta l’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita.
L’ analisi LCA che accompagna ogni nostro prodotto rappresenta il risultato di un calcolo semplificato delle performance ambientali dei prodotti.
L’ obiettivo è quello di sviluppare una serie di azioni mirate ad accrescere la consapevolezza e le competenze dell’impresa sulle opportunità̀ competitive legate alla gestione sostenibile ed ispirata ai principi della “economia circolare” delle proprie attività̀, dei prodotti offerti al mercato e della propria filiera.
Il nostro metodo
Il metodo utilizzato per il calcolo degli impatti ambientali è il nuovo “EF method adapted”; introdotto in concomitanza con lo sviluppo della metodologia PEF.
L’ EF method è il metodo di valutazione degli impatti dell’iniziativa “Environmental Footprint” della Commissione Europea, la dicitura “adapted” sta ad indicare una versione compatibile ai datasets già presenti nel software SimaPro.
I dati
a) crediti di CO2 associati alla crescita della canna da zucchero;
b) crediti associati alla produzione di elettricità dalla combustione degli scarti di lavorazione della canna da zucchero;
c) mancata inclusione nello studio della fase di fine vita.
È corretto dire che la CO2 viene assorbita dalla pianta in fase di crescita ma i quantitativi di CO2 assorbiti vengono interamente riemessi in atmosfera in fase del fine vita, bilanciando quindi il credito iniziale.
Le attese/richieste dei consumatori
La riduzione dell’utilizzo della plastica protagonista del dibattito pubblico
Dalla teoria alla pratica: come si comportano gli italiani
I cittadini e la consapevolezza ambientale
Dalla teoria alla pratica: come si comportano gli italiani


di una condotta più attenta
comportamenti sostenibili
Sos plastica
Aziende e sostenibilità ambientale
Dalla teoria alla pratica: come si comportano gli italiani


Cosa sono disposti a fare i consumatori
Cosa dovrebbero fare le aziende secondo gli italiani
Cosa sono disposti a fare i consumatori
Cosa dovrebbero fare le aziende secondo gli italiani
Cosa sono disposti a fare i consumatori

Cosa dovrebbero fare le aziende secondo gli italiani

Fonte: Human Highway per Cosmetica Italia, 2017
3 Semplici regole da rispettare per una buona raccolta:

Lavare bene i contenitori per eliminare ogni traccia di residuo.

Togliere le etichette di carta per smaltirle separatamente.

Ridurre le dimensioni: lo spazio costa sia nel trasporto che nei processi di recupero. Ricordarsi di schiacciare gli imballi per il lato lungo e non per quello corto altrimenti questi non verranno individuati dai lettori ottici.
Cosa succede dopo?

La plastica raccolta dai consumatori e dalle aziende viene selezionata per tipo di plastica / colore.

La plastica così raccolta viene macinata e subisce diversi processi di pulizia.

Si passa alla separazione della plastica sminuzzata.

Segue una fase di asciugatura.

A questo punto l’imballaggio Post consumo è stato trasformato in una materia prima seconda (MPS), che può essere immessa in un nuovo processo produttivo.
3 Semplici regole da rispettare per una buona raccolta:

Pulire bottiglie e vasetti da eventuali residui o da etichette o tappi.

Prima di inserire gli imballaggi in vetro nella campana, è importante togliere i sacchetti di plastica utilizzati per trasportarli.

Pyrex e cristallo vanno nell’indifferenziato.
Cosa succede dopo?

Il vetro viene raccolto tramite la raccolta differenziata e viene separato dai corpi estranei come ceramica.

Successivamente viene portato presso appositi centri di trattamento specializzati, nei quali vengono effettuate le operazioni di selezione e macinazione.

Dopo diverse fasi di lavorazione, si ottiene la materia prima seconda (MPS).

A questo punto il rottame viene fuso a 1500° nei forni delle vetrerie e viene trasferito negli appositi stampi.

Dopo il raffreddamento il prodotto viene confezionato e rivenduto alle aziende.
3 Semplici regole da rispettare per una buona raccolta:

L’alluminio non si raccoglie (quasi) mai da solo ma sempre con la plastica e/o il vetro.

Ai fini del riciclo non è necessario sciacquare o lavare i contenitori di alluminio. Basterà rimuovere bene i residui di cibo.

L’alluminio è prezioso anche nelle sue componenti più piccole, ad esempio i tappi di bottiglie d’acqua, vino, liquori e conserve, o anche i coperchi dei vasetti dello yogurt, vanno raccolti e recuperati.
Cosa succede dopo?

Tutti i rottami raccolti subiscono una prima fase di selezione che permette di separare l’alluminio da altri metalli o da materiali di diverso tipo (vetro, plastica, etc.).

Rottami in alluminio vengono pressati in balle, poi inviate alle fonderie e sottoposte ad un ulteriore controllo di qualità.

Subiscono quindi una fase di pre-trattamento a circa 500°C per eliminare eventuali sostanze estranee, prima di giungere alla fase di fusione vera e propria che avviene a circa 700°C.

L’alluminio liquido viene poi trasformato in lingotti e lastre destinati alla produzione di semilavorati e nuovi prodotti in alluminio, tra cui gli imballaggi.